I Fratelli nel Cinema: Taviani e Martino
30 Ottobre 2014 - «L'invenzione del cinematografo è legata al nome di due fratelli: Auguste e Louis Lumière. Da allora, nella storia del cinema, sono stati tanti i fratelli che, in collaborazione o in competizione, si sono dedicati a questo mestiere. Il cinema, si sa, è una malattia contagiosa che si diffonde spesso all'interno delle famiglie. I mestieri del cinema sono tanti e, in certi settori, si sono formate nel tempo vere e proprie dinastie di artigiani e professionisti. Questo aspetto, che caratterizza in maniera particolare il cinema italiano, rimasto, sostanzialmente, un cinema artigianale, è al centro della presente rassegna con cui ci si propone di mettere a confronto opere legate ai nomi di fratelli o sorelle, per comprendere meglio il peso che i rapporti umani, personali e familiari, hanno avuto nello sviluppo e nella qualità del nostro cinema» (Amedeo Fago).Gli appuntamenti di questo mese sono dedicati ai fratelli Taviani, Paolo, Vittorio e Franco, e ai fratelli Martino, Luciano e Sergio. Rassegna a cura di Amedeo Fago
giovedì 30 Ottobre 2014
ore 17.00 Cornetti alla crema di Sergio Martino (1981, 98')
«Sarto per preti, marito e padre rassegnato, Domenico Petruzzelli si trova invischiato in un'avventura extraconiugale con squinzia che ha ambizioni di cantante lirica e un fidanzato, colosso del rugby. Vi piace Banfi? È la farsa che fa per voi. Volgare? Sì, ma in modo sano. Contorno di bravi caratteristi» (Morandini). «Uno dei maggiori successi della commediaccia nella sua ultima versione, cioè pochadistica-leggermente più fine. […] Frase di lancio: "A Parigi ostriche e champagne, a Mosca caviale e vodka, da noi Lino Banfi cappuccino e cornetti… ma alla crema e serviti da Edwige Fenech"» (Giusti).
ore 19.00 Nel giardino delle rose di Luciano Martino (1990, 99')
«Napoletano trapiantato nella Milano da bere, Claudio Martini (Ghini) trascina i suoi giorni tra una moglie poco amata (De Rossi), un lavoro in pubblicità e occasionali scappatelle: durante il viaggio in macchina che lo porta a Napoli al capezzale della madre (Piccolo) avrà occasione di riflettere sulla propria vita. Ambiziosa sorta di autoanalisi esistenziale (anche il regista - autore della sceneggiatura con Sauro Scavolini - è un napoletano che ha abbandonato la città natale, ma per Roma) […]. Ammirevole, da parte del produttore principe della commedia sexy qui regista, lo sforzo di scegliere un soggetto insolito e senza lieto fine […]. Interessante l'uso di volti più o meno noti per piccole parti (Giannini è l'ex professor Tramontano, Rossy de Palma la direttrice della casa di mode, Gullotta l'ex allievo diventato amministratore). Il titolo cita una poesia di T.S. Eliot» (Mereghetti).
ore 20.45 Incontro moderato da Amedeo Fago con Sergio Martino, Lea Martino e Dania Martino
a seguire Morte sospetta di una minorenne di Sergio Martino (1975, 101')
Milano è sconvolta dal ripetersi di numerosi crimini, tra i quali primeggia la scomparsa delle minorenni. Il commissario Paolo Germi (Claudio Cassinelli), tutt'altro che fiducioso rispetto ai metodi tradizionali della polizia, per indagare sull'assassinio di una certa Marisa e poi di Floriana e infine di Gloria si finge a sua volta piccolo scippatore e assume quale aiutante il ladruncolo, Giannino (Adolfo Caruso). Curioso pastiche di generi (poliziesco, thriller, commedia), Morte sospetta di una minorenne è tra i thriller preferiti del regista.
Ingresso gratuito